Sono disponibili presso il Centro Archimede i CD e DVD del convegno “L’ADHD dall’infanzia all’età adulta:nuove evidenze“, che si è tenuto a Vicenza il 25-26 febbraio 2011 con la partecipazione del Prof. Russel A. Barkey.
Sono stati creati 4 DVD contenenti i filmati ( audio-video) di tutti gli interventi e 2 CD contenenti le slide degli interventi del Prof. Barkley, del Dott. Maschietto, del Dott. Vio, del Dott. Vicari e della Dott.ssa Re.
Tutte le slide e i filmati sono interamente disponibili presso il Centro Diurno Archimede attraverso un contributo economico.
Prof. Russell A. Barkley
Professor of Psychiatry at the Medical University of South Carolina, USA
L’ADHD, dai primi contributi alla sua attuale definizione diagnostica
Notevoli lavori di ricerca hanno contribuito a dimostrare che l’ADHD è più di un semplice problema di attenzione, iperattività, o di controllo degli impulsi. Molti dei deficit cognitivi associati all’ADHD si situano nel campo del funzionamento esecutivo in neuropsicologia. Poiché le funzioni esecutive provvedono all’autoregolamentazione umana, tutto questo suggerisce che l’ADHD sia un disordine di autoregolamentazione. Questa presentazione ripercorre la storia dell’ADHD, discute sulle importanti modifiche che probabilmente si verificheranno nel nuovo manuale statistico diagnostico dei disturbi mentali, quinta versione, (DSM V) nel 2013, considera brevemente l’importanza delle emozioni nella comprensione dell’ADHD e argomenta una teoria dell’ ADHD come disturbo del funzionamento esecutivo con le sue molteplici implicazioni per la gestione della malattia.
L’ADHD in una prospettiva evolutiva – Conseguenze nel corso della vita e leimplicazioni nel trattamento: questa presentazione è tratta dal nuovo libro del Dr. Barkley “ADHD in Adults: What the Science Tells Us (2008), in cui si descrivono i risultati di due dei più grandi studi sull’ADHD negli adulti. Uno di questi studi è una revisione dello studio di Milwaukee che egli ha condotto dal 1978. Nuove informazioni su questo studio saranno presentate insieme a quelle di altre revisioni riguardanti l’impatto dell’ADHD su diverse e importanti attività nella vita. Queste includono il rischio di disturbi psichiatrici, difficoltà in ambito didattico e lavorativo, la gestione finanziaria, la guida, le relazioni sociali, le attività sessuali possono essere a rischio come alcuni aspetti della salute. Si discute anche delle implicazioni di trattamento che emergono da queste conclusioni.
Trattamento dell’ADHD basato sulle evidenze: casa, scuola e gestione medica: il Dr. Barkley passa in rassegna gli approcci su base scientifica per la gestione dell’ADHD. La prima parte della presentazione, sulla gestione a casa, offre una panoramica dei trattamenti dimostrati e confutati o non supportati per l’ADHD. Si concentra poi sulla consulenza ai genitori sulla gestione del disturbo e la formazione dei genitori (e degli adolescenti). La seconda parte della presentazione è incentrata sugli interventi nelle scuole per bambini e ragazzi con ADHD; la terza parte della presentazione riguarda la gestione farmacologica del disturbo.
Dott. Dino Maschietto
Direttore della Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale San Donà di Piave (Venezia), Ulss n. 10
Percorso Diagnostico e Diagnosi differenziale
L’ADHD (acronimo inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder), è una sindrome neuropsichiatrica eterogenea ad andamento cronico ed eziologica genetica ancora non del tutto definita nella sua completezza, caratterizzata secondo i criteri del DSM-IV-TR ( APA, 2000), da due gruppi di sintomi: disattenzione e iperattività/impulsività. il processo che conduce alla diagnosi di ADHD parte dall’osservazione clinica integrata e supportata dalla raccolta di informazioni provenienti da fonti multiple. studi epidemologici recenti sottolineano l’elevata incidenza di comorbilità con Disturbo di Condotta, Disturbo Oppositivo-Provocatorio, Disturbi dell’Umore, Disturbi d’Ansia e Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Scopo dell’intervento è rendere evidente come la presenza di eventuali comorbilità moduli l’espressività del quadro clinico caratteristico per l’ADHD e di come il temperamento ricopra un ruolo imprescindibile nella manifestazione dei sintomi.
Dott. Claudio Vio
U.O.C. Neuropsichiatria Infantile, Ulss 10 Regione Veneto, San Donà Di Piave (Ve) Master II Livello Psicopatologia dell’Apprendimento – Università di Padova
Il contributo della neuropsicologia nell’interpretazione dell’ADHD
L’assessment dell’ADHD richiede una procedura fatta di osservazione clinica, interviste, e raccolta di dati da fonti diverse (genitori, insegnanti). Si tratta di un procedimento articolato che incrocia dati osservativi, segni clinici, con sintomi evidenziati nel tempo in situazioni diverse. I contributi delle neuroscienze, in generale, e della neuropsicologia identificano tra le cause del problema una difficoltà nell’utilizzare abilità specifiche di controllo esecutivo dell’azione/ di inibizione del comportamento, oltre a difficoltà nell’utilizzare abilità attentive.
L’intervento prenderà in esame le principali teorie neuropsicologiche dell’ADHD, sia di tipo cognitivo (es. il modello dell’inibizione del comportamento e della risposta, Barkley, 1997), sia di tipo motivazionale (es. modello di inibizione dell’attesa di Sonuga.Barke e al, 1992; modello cognitivo energetico di Sergeant e al., 1988); non solo, verranno analizzate le prove sperimentali che sono state utilizzate per la verifica dell’ipotesi interpretative del Disturbo, allo scopo di indicare nella pratica clinica un protocollo costituito da strumenti di facile reperibilità, standardizzati e affidabili.
Dott. Stefano Vicari
U.O.C. Neuropsichiatria Infantile, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù IRCCS, Roma
Caratteristiche cognitive e comorbidità psichiatrica
Diversi studi hanno mostrato come il disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività (ADHD) sia spesso caratterizzato da un’alta comorbilità con ulteriori disturbi psicopatologici e neuropsicologici. Lo scopo della presente relazione è quello di valutare se i sottotipi dell’ADHD (combinato, iperattivo e disattentivo predominante) e la presenza di un disturbo psicopatologico e di apprendimento in comorbilità possano essere messi in relazione con la severità del disagio espresso dal bambino. A tal fine verranno presentati i risultati di recenti ricerche di diversi gruppi internazionali ed un nostro originale lavoro.